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Citazioni ed Aforismi – PREMESSA e FINALITA’

Il pensiero religioso e quello filosofico si sono sempre dibattuti tra 2 interpretazioni di fondo della realtà: monismyinandyangquella Monistica ( o meglio non dualistica) e quella Dualistica. Il monismo esprime il concetto filosofico o teologico  (in particolare metafisico) della sostanziale unità dell’essere (Essere un tutt’uno). Con ciò viene postulata l’esistenza di un unico principio ontologico, essenza, sostanza o energia divina, in questo universo e in altre dimensioni metafisiche. Il monismo è spesso suddiviso sotto tre aspetti differenti:

  1. Il Materialismo, secondo cui solo tutto ciò che è fisico è reale, e la mente è riconducibile a un mero processo fisico.
  2. L’Idealismo mentalismo, secondo cui solo l’aspetto mentale è reale; questa è esattamente il contrario della posizione precedente.
  3. Il Monismo neutrale, dove entrambi gli aspetti, fisico e mentale si possono ridurre a una non meglio definita terza sostanzao forma di energia.

Secondo il non-dualismo la realtà non è né fisica né prettamente mentale e non è esperibile comunque in maniera oggettiva. L’unica consapevolezza non-dualistica è raggiungibile mediante percorsi filosofici, religiosi e mistici come ad esempio lo yoga e la meditazione. Le terminologie utilizzate per definire l’essenza della realtà sono le più diverse: “Spirito”, “ Brahman”, “Dio“, “L’Uno“, “Il Tutto” ( Plotino), “L’Assoluto” ( Shelling ), “la Volontà” (Schopenhauer). Una visione radicalmente monistica è quella propria del Panteismo di Giordano Bruno e di Spinoza così come della posizione Hegeliana.

Nel Dualismo invece il tutto è riconducibile ad almeno due  generi di sostanze. Esempi di dicotomie dualiste sono: uno/molti; mente/materia ( in particolare mente/corpo) ; il Sé/gli altri; oggetto/soggetto; osservatore/osservato.

Le prospettive religiose non-dualiste sostengono che nella natura della realtà non esiste una fondamentale distinzione tra mente e materia, e che l’intera realtà è una costruzione illusoria, essendo costituita essenzialmente dalla “mente divina”. L’Induismo, il Buddhismo, il Taoismo, lo Zen, il Panteismo, il Panenteismo e altri similari sistemi filosofici-religiosi (in particolare orientali) condividono elementi mistici e spirituali monistici. Alcune teorie post-moderne e visioni New Age del mondo si rifanno a questi concetti. Fin dall’inizio la religione della cristianità, pur fondata monisticamente sul Dio unico e sull’unicità della sua Creazione, si è caratterizzata con la presenza di dicotomie dualistiche.  Secondo I Padri della Chiesa e soprattutto in tutta la dottrina cattolica essoterica ( diffusa al popolo), in contrapposizione a quella esoterica ( segreta e  riservata agli iniziati), è indubbia la contrapposizione di due entità, una negativa e l’altra positiva, così come la dualità tra anima e corpo, bene e male. La via suggerita dal Vangelo sarebbe così una via di salvazione e redenzione dal peccato originale ( già presente con la stessa venuta al mondo).  In questa interpretazione “moralistica” o comunque correttiva ( implicitamente o esplicitamente presente comunque anche nelle dottrine e vie suggerite dalle religioni orientali)  il corpo, i suoi istinti, i suoi coinvolgimenti emozionali vanno letteralmente sopiti e dominati.

In ambito filosofico la contrapposizione fra realtà corporee e mondo delle idee è caratteristica della filosofia platonica e neoplatonica . Aristotele, pur contrapponendo anima e corpo, introdusse il concetto di “sostanza“, che permette di evitare un dualismo ontologico. Agli albori della filosofia moderna il teorico del dualismo per eccellenza fu Cartesio con la sua netta separazione tra  Res Cogitans e Res Extensa.  Agli inizi del XX secolo, per effetto soprattutto del lavoro di Bertrand Russel, George Edward Moore, di Ludwig Wittgenstein e dei vari esponenti del Circolo di Vienna, promotori del Neopositivismo Logico, si sviluppa la Filosofia Analitica, tuttora dominante in tutto il mondo occidentale, con la condivisione di un generale atteggiamento anti-metafisico, centrato sul principio di verificazione.

L’ambito scientifico è intrinsecamente e storicamente dualistico proponendosi lo scopo di conoscere secondo criteri oggettivi, verificabili e ripetibili. Fino ai nostri giorni tutto quel che non cade sotto questi criteri ( metafisica) ha riproposto comunque dualismi e dicotomie (basti pensare alla tuttora presente ripartizione delle conoscenze e applicazioni tra  scienze naturali e scienze umane). La rivoluzione apportata dallo sviluppo di varie branche della Psicologia, della Cibernetica, della  Relatività e della Fisica Quantistica dalla Teoria dei Sistemi, del Caos, della Complessità, le posizioni anche estreme della filosofia della scienza come quelle di Paul Karl Feyerabend, consentono oggi di attribuire valore conoscitivo ad aspetti soggettivi ed intuitivi e di poter considerare che ci sono elementi organizzanti comuni e non distinguibili nei processi di costruzione della realtà contemporaneamente sul piano materiale, emozionale e mentale. Secondo alcuni scienziati e pensatori alcuni paradossi sono oggi superabili con una posizione Monistica.

Nel nostro inquadramento biopsicologico noi concepiamo che l’aspetto energetico della realtà operi in un continuum tra manifestazioni materiali di varia natura ( molecolare, atomica, subatomica)  e non materiali che rappresentano campi informazionali appartenenti ad un Tutto che si manifesta attraverso i vari livelli.  Corpo e Mente, Spirito e Materia, Bene e Male, qualsiasi opposto e dualismo  sono  intrinseci alla manifestazione del Tutto e questo tende ad un ordine e ad una realizzazione di forme armoniche di esistenza e di relazione ( la Natura), tende al Bello , al Bene, al Giusto. Sul piano psicologico e conoscitivo più ampio ( che può comprendere anche esperienze intuitive ed empatiche, trans personali, mistiche e “paranormali”)  ogni volta che il nostro cervello acquisisce nelle sue reti neurali ciò che la mente rende consapevole (ovvero si accorge) delle esperienze sensoriali, intuitive ed emozionali, così come di modelli cognitivi  e comportamentali ( tutte espressioni della totalità del Tutto, del Divino, dell’Energia Creatrice, della Coscienza Universale) noi diventiamo partecipatori e co-creatori della realtà e contribuiamo allo sviluppo della manifestazione incarnata e materiale della Coscienza stessa.Come nelle parole di Amit Goswami: l’osservatore e l’osservato co-insorgono sincronicamente.

Questa concezione è per noi fattore fondamentale per un lavoro applicativo diverso in campo terapeutico ( Therapeio= assisto, curo; Teraps= assistente, compagno, servitore) , centrato appunto sull’esperienza stessa delle persone, sulla capacità delle stesse di raggiungere una pace ed un’armonia attraverso il riconoscimento delle proprie particolarità e inclinazioni, in un atto di libera scelta anziché attraverso l’osservanza e l’applicazione di criteri assoluti e dogmatici di giudizio e di comportamento. Anche le tecniche e le pratiche a disposizione per una crescita spirituale diventano in tal modo estremamente più ampie e disponibili a tutti.

Questo è un cambiamento radicale nel modo di porsi di chi promuove o propone strumenti ed esperienze per la crescita ed il ben-essere degli altri. Non c’è più bisogno, per un nuovo sviluppo della consapevolezza e della responsabilità umana, di somministrare dall’esterno regole di vita, di prescrivere giusti atteggiamenti, stati d’animo, “diete” di qualsiasi genere, modelli di pensiero. Il ruolo di chi si propone nel ruolo di favorire la salute e lo sviluppo della persona può tornare ad essere quello di educatore nel senso antico ed etimologico di tale funzione : e-ducere = trarre fuori co-evolvendo insieme, anziché quello di riempire o modellare un contenitore. Anche nella relazione si può intravvedere un approccio monadico anziché dualistico ( in cui permane l’ io opero, io ti dico, io ti do… e tu ricevi).

E ciò  può essere inoltre un presupposto paradigmatico essenziale anche per riconoscere il vero messaggio di molte culture native, delle religioni profetiche o di percorsi iniziatici che sono state spesso deformati e censurati in passato al fine di controllare le persone per scopi politici e di potere. L’esercizio del potere, l’occultamento della verità, la distribuzione iniqua di beni comuni materiali e spirituali  necessitano e si fondano su uno scellerato dualismo di intenti: io posseggo qualcosa ( denaro, poteri, saggezza ecc.) e se ti mantengo in una condizione di mancanza e di inferiorità rispetto a me tu continuerai a servirmi e ad inseguire la felicità, senza raggiungerla mai. Assistiamo da sempre a questo inconscio ma talvolta intenzionale omicidio della possibilità di godere della vita e di noi stessi, di sentirci degni ed insostituibile parte di una bella torta tutta da spartire e condividere. Tra i vari strumenti di alienazione e condanna utilizzati dobbiamo considerare anche i sofisticati e impenetrabili  linguaggi stessi che la scienza, la teologia e la filosofia (basta provare a leggere qualche trattato) utilizzano da sempre.

Anche questo ha da sempre allontanato le persone più semplici dal potersi considerare depositarie di un enorme potenziale conoscitivo della vita, dall’essere degne e libere di fidarsi di se stesse. Vogliamo segnalare però come, d’altra parte, sia entrato nel costume “new age”  usare affermazioni semplicistiche e spesso altrettanto demagogiche o metodi “fai da te” rapidi e miracolosi che illudono le persone, se non supportate da ben precise esperienze di vita e da strumenti adeguati, di poter sviluppare una concreta e fruibile “saggezza”. Anche in questo caso vediamo fiorire in realtà un altro mercato della felicità e dell’illuminazione altrettanto beffardi.

Con queste premesse abbiamo sentito la necessità di inserire questa pagina di citazioni e aforismi, ovviamente da implementare in futuro con l’aiuto di chiunque voglia contribuire, ( eventualmente anche con un confronto sulle fonti ),  tratte da quanto è presente in molti autori e saggi che ci hanno consegnato semplici spunti, immagini o affermazioni “illuminanti” appunto. Alcune di queste possono anche far giustizia su quanto è stato, come si diceva, distorto nella diffusione e nel significato di quanto era all’origine, nella parola di profeti, scienziati, mistici e pensatori.

 

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